Lo psicologo è un professionista iscritto all’Ordine degli Psicologi della regione in cui svolge la professione. La formazione per diventare psicologo è costituita da 5 anni di Università presso la Facoltà di Psicologia, un anno di tirocinio e il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione che si ottiene dopo aver sostenuto e superato l’Esame di Stato.
Lo psicologo svolge attività di diagnosi, sostegno e prevenzione in ambito psicologico. Offre supporto alla persona, alle coppie, alle famiglie, ai gruppi o alle organizzazioni come per es. la scuola.
Lo psicoterapeuta dopo il percorso per divenire psicologo ha seguito una scuola di specializzazione di almeno 4 anni presso la quale, dopo la formazione in aula le ore previste di tirocinio e la discussione della tesi finale, ha conseguito il suddetto titolo. Esistono diversi tipi di scuole di specializzazione con orientamenti diversi (psicoterapia ipnotica, cognitivo-comportamentale, psicodinamica ecc.); la formazione di psicoterapeuta consente di occuparsi anche dei casi più complessi e permette di fare sedute di psicoterapia orientate alla cura dei diversi disturbi.
Lo psichiatra ha frequentato la facoltà di medicina e si è specializzato in psichiatria; ha un approccio di tipo medico quindi la cura è orientata principalmente sul farmaco. Lo psichiatra può utilizzare anche il titolo di psicoterapeuta.
In alcuni casi queste figure professionali con competenze diverse possono collaborare per il benessere della persona.
Si, lo si può verificare facendo riferimento all’Ordine Nazionale degli Psicologi (www.psy.it sotto la voce Albo Nazionale) o negli Ordini degli psicologi regionali. Per quanto riguarda gli psicologi / psicoterapeuti della regione Lombardia il sito www.opl.it permette di controllare se un professionista è iscritto all’Albo e quindi abilitato all’esercizio della professione.
La domanda nasce spontanea ma la risposta dipende da una serie di aspetti da prendere in considerazione come per es. il motivo per cui si chiede aiuto, se si tratta di una consulenza psicologica potrebbero bastare poche sedute (a volte anche 1 o 2 sedute bastano) se si tratta di un disturbo consolidato da tempo la durata della psicoterapia sarà più lunga. Dipende molto dagli obiettivi che si vogliono raggiungere, dai tempi, dalla motivazione e dalle risorse personali che variano da persona a persona. Prevenire è meglio che curare, quindi se affrontiamo le difficoltà sul nascere sarà più facile gestirle e superarle. Detto ciò, la psicoterapia ipnotica è considerata tendenzialmente una terapia breve.
La durata può variare dai 45 minuti ad 1 ora.
Fortunatamente questo preconcetto sta scomparendo grazie alle campagne di informazione sempre più diffuse. Chi va dallo psicologo è una persona che ha un problema o sta attraversando un momento di crisi e vuole risolverla rivolgendosi ad un professionista che ha la competenza per poterla aiutare. Credo che sia più folle sapere di avere un problema e non farsi aiutare.
No, lo psicologo è tenuto a rispettare il segreto professionale quindi non può divulgare notizie, fatti o informazioni apprese durante le sedute. Ciò è regolamentato dall’art.11 del codice deontologico degli psicologi.
Trattandosi di servizi non esiste un unico prezzo prestabilito ma può variare in base alle necessità delle persone. Esiste un tariffario nazionale dell’ordine degli psicologi che stabilisce dei paletti alla tariffa minima e massima che è possibile richiedere per i diversi tipi di prestazioni (per es. consulenza, seduta di psicoterapia, colloquio per orientamento ecc.):
www.psy.it/lo_psicologo/nomenclatore.html
in caso di bisogno e di difficoltà economiche del richiedente si cerca di tenere conto della situazione e di venire incontro alle sue possibilità senza svalutare il lavoro psicoterapico.
Le spese possono essere detratte dalle tasse al momento della dichiarazione dei redditi consegnando la fattura regolarmente emessa al momento del pagamento. In quanto prestazioni di natura sanitaria, le tariffe sono esenti da IVA
.
No, è una possibilità ed una scelta in più con un professionista specializzato per farlo ma non è un obbligo.
No, con l’ipnosi non si può costringere qualcuno ad agire contro la propria volontà o sforzarlo ad attuare un comportamento che va contro la sua morale. Se fosse possibile controllare la volontà altrui con l’ipnosi allora la utilizzeremmo nelle carceri come percorso di cura e riabilitazione per chi compie atti criminali. Inoltre va detto che quando ci si rivolge ad uno psicoterapeuta regolarmente iscritto all’Albo professionale questo deve rispettare ad un codice deontologico che gli impone un comportamento adeguato e qualsiasi strumento ( colloquio, ipnosi) utilizzi è volto alla cura, al benessere, a supportare e a proteggere chi si rivolge a lui.
C’è un noto esperimento condotto da Charcot che chiarisce bene i limiti dell’ipnosi sulla volontà personale. Egli aveva indotto uno stato di trance ipnotica, durante la quale aveva fatto sviluppare una totale analgesia agli arti, su una suora che si era prestata alla sperimentazione. Aveva chiesto alla suora di toccare oggetti ardenti e questa lo fece senza mostrare nessun dolore (segno che era sicuramente in uno stato d’ipnosi), poi le chiese di alzare la gonna per mostrare le caviglie e da brava religiosa, coerentemente con la propria morale, non solo non lo fece ma si risvegliò dalla trance.