ANORESSIA

L’anoressia nervosa rientra in quelli che nel DSM 5 vengono chiamati disturbianoressia sesto san giovanni della nutrizione e dell’alimentazione.

Le tre caratteristiche essenziali nell’anoressia sono:

1Continue restrizioni nell’assunzione di calorie che conduce ad un peso corporeo molto basso rispetto all’età, al sesso e alla salute dell’individuo.

2

Significativa paura di aumentare di peso o di diventare grassi e/o comportamenti continuativi che impediscono l’aumento di peso.

3

Il peso e la forma del proprio corpo viene vissuta dall’individuo in modo alterato e influenza il livello dell’autostima; può persistere un mancato riconoscimento della condizione di sottopeso.

Esistono due sottotipi di Anoressia:

Con restrizioni:

negli ultimi 3 mesi non ci sono stati ricorrenti episodi di abbuffata o di comportamenti quali vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, clisteri o diuretici. La perdita di peso è ottenuta mediante il digiuno, la dieta e/o l’eccessiva attività fisica.

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Con abbuffate/ condotte di eliminazione:

negli ultimi 3 mesi ci sono stati ricorrenti episodi di abbuffata e/o di comportamenti quali vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, clisteri o diuretici.

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Chi soffre di questo disturbo considera la perdita di peso come una conquista e un segno di autodisciplina mentre l’aumento di peso viene considerato come una mancanza di autocontrollo. È difficile che riconoscano la propria magrezza e chi lo fa spesso non riconosce le gravi implicazioni mediche che comporta il proprio stato di malnutrizione in altre parole si nega il problema o si manca di consapevolezza. L’inappropriata nutrizione legata all’anoressia spesso causa molti disturbi fisiologici come le anomalie nei parametri vitali, l’amenorrea o la perdita di densità minerale ossea.

Chi soffre di anoressia nervosa può presentare anche altre caratteristiche strettamente connesse al disturbo come i sentimenti di inadeguatezza, il bisogno di tenere sotto controllo l’ambiente circostante, la preoccupazione di mangiare in pubblico, l’espressività emotiva molto repressa e la rigidità mentale; chi rientra nel sottotipo con abbuffate e condotte di eliminazione solitamente mostra maggiore impulsività ed è più incline all’abuso di sostanze o alcool; inoltre in entrambe le tipologie spesso vengono manifestati comportamenti ossessivo – compulsivi non necessariamente legati al cibo.

TRATTAMENTO PSICOTERAPICO DELL’ANORESSIA

L’ anoressia nervosa può richiedere una varia modalità di trattamenti a seconda dei differenti stadi della malattia, del livello di gravità e del processo di recupero. È importante valutare se la situazione richiede un trattamento ambulatoriale, un ospedalizzazione parziale, un trattamento ospedaliero intensivo o residenziale. Inoltre è importante prendere in considerazione la diagnosi differenziale soprattutto se il disturbo si manifesta dopo i 40 anni.

Ci sono molti studi che dimostrano l’efficacia dell’ ipnoterapia nel trattamento dell’anoressia nervosa. Essi, fermo restando l’unicità della persona e delle sue caratteristiche sulle quali andranno poi modellati i trattamenti, hanno messo in evidenza alcune dinamiche molto comuni nell’anoressia ed hanno quindi elaborato dei protocolli di trattamento. Ne cito due per esemplificare come viene utilizzata l’ipnosi nel trattamento di questo disturbo.

Meir Gross (1983) ha individuato sei sintomi ricorrenti in questo disturbo ed ha descritto le tecniche ipnotiche impiegate per trattarli.

1

Iperattività: vengono utilizzate suggestioni di rilassamento.

2

Immagine corporea distorta: per correggere le immagini corporee distorte vengono utilizzate immagini mentali più adeguate.

3

Difetto nella consapevolezza interocettiva: vengono date suggestioni che dirigono l’attenzione verso gli stimoli di fame e sazietà.

4

Invischiamento familiare: vengono date suggestioni di auto-affermazione e di autostima e suggestioni di progressione di età per stimolare l’autosufficienza di cui può essere capace la persona nel futuro anche al di fuori della famiglia.

5

Evento traumatico represso: vengono esplorate le dinamiche sottostanti al disturbo e al suo esordio mediante suggestioni di regressioni di età.

6

Resistenza manifesta e nascosta alla terapia: vengono utilizzate suggestioni che incoraggiano un’associazione tra migliori abitudini alimentari e un miglior rendimento in ambito professionale o atletico.

È importante valutare sempre quelle che sono le resistenze al trattamento analizzando i dubbi e le paure, offrendo informazioni, garantendo che con il progresso del trattamento si avrà un maggior controllo del proprio corpo e attuando il rinforzo dell’Io.

Un altro protocollo di trattamento utilizzato con successo è quello proposto da Nash e Baker (1993) comprendente la psicoterapia ipnotica individuale, la psicoterapia di gruppo ed occasionali sedute congiunte con i familiari se chi soffre di questo disturbo vive con loro.

Nel trattamento ipnotico proposto da Nash e Baker vengono messi in risalto e si lavora, a secondo del bisogno di chi soffre di anoressia, sui seguenti punti:

1

L’ipnosi viene presentata e utilizzata come un mezzo per acquisire maggiore autocontrollo, sicurezza e padronanza.

2

Vengono impiegate tecniche di induzioni strutturate e permissive per modulare esperienze regressive o traumatiche e per superare la resistenza al cambiamento.

3

Si aumenta la sensazione di “potere personale” di chi soffre di anoressia, si accresce la loro capacità di funzionamento autonomo, si sostiene una maggiore padronanza di sé, si fanno sviluppare aspettative positive in ambito comportamentale e bisogna consolidare l’alleanza terapeutica.

4

Bisogna rivolgere gli interventi ipnoterapeutici alle aree di difficoltà personali associate alle principali caratteristiche dell’anoressia nervosa gestendo le reazioni che emergono. Per es. se ristabilendo un senso di comunicazione tra mente e corpo emerge ansia è necessario disseminare suggestioni di calma e rilassamento e ristabilire un ambiente confortevole e tranquillizzante.

5

Bisogna trattare le distorsioni dell’immagine corporea. Si possono utilizzare tecniche di regressione d’età per scoprire le origini e lo sviluppo di tali rappresentazioni distorte di sé in rapporto alle interazioni familiari e all’ambiente. Durante la trance si possono correggere e ridimensionare quegli aspetti particolarmente distorti. Inoltre con tecniche di progressione d’età si può integrare una rappresentazione di sé proiettata nel futuro più adeguata e basata sulla realtà.

6

Molte persone che soffrono di questo disturbo provano (in modo conscio o inconscio) dei conflitti in merito all’individualità e all’ indipendenza, quindi è necessario integrare un senso di identità personale appropriato e maturo. Questi eventuali conflitti possono essere esplorati e trattati in fase di ipnosi e/o di colloquio.

7

Esplorare, in fare di colloquio e/o di trance ipnotica la relazione tra l’espressione di affetti negativi e gli atteggiamenti distorti verso il mangiare, le condotte alimentari inusuali e il cibo. Lo stato di trance ipnotica si può favorire un emergente senso di padronanza di quelle emozioni.

8

Una volta che vengono ristrutturati in modo più funzionale gli aspetti dell’integrazione, dell’identità e delle immagini corporee aumenta anche la capacità di padroneggiarsi di chi soffre di anoressia. Per arrivare a questo risultato vanno quindi prese in considerazione anche le preoccupazioni inerenti alle emozioni legate ai concetti di separazione, individuazione, integrazione e adattamento.

L’utilizzo dell’ipnoterapia, come viene anche mostrato in numerosi studi, può facilitare molto il raggiungimento di risultati positivi nel trattamento dell’anoressia nervosa. I progressi sono più soddisfacenti se questo disturbo viene trattato nelle fasi iniziali.

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