DEPRESSIONE

La depressione è uno dei disturbi che maggiormente colpisce il nostro paese,depressione sesto san giovanni infatti da una delle ultime statistiche è risultato che ne soffrono 2,6 milioni di italiani. Ci sono diverse cause che possono fare emergere questo disturbo: fattori psicologici, ereditari, biologici, ambientali, sociali ed evolutivi.

Esistono diversi tipi di disturbi depressivi ed essi hanno in comune la presenza di umore triste, irritabile o vuoto, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono significativamente sul funzionamento globale delle persone che ne soffrono. Bisogna porre particolare attenzione a distinguere la tristezza e il dolore fisiologico da un episodio depressivo maggiore; per esempio il lutto può indurre molta sofferenza ma non per questo possiamo parlare di un episodio di disturbo depressivo maggiore (quest’ultimo rappresenta la condizione classica in questo gruppo di disturbi).

Il DSM – 5 (principale manuale per i criteri diagnostici condiviso in tutto il mondo) include e distingue diversi tipi di disturbi depressivi che quindi ci porteranno a diagnosi diverse. Vediamo quali sono i principali e più diffusi:

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DISTURBO DA DISREGOLAZIONE DELL’UMORE DIROMPENTE: è caratterizzato principalmente da una persistente e grave irritabilità. Ci sono frequenti scoppi di collera (verbale o comportamentale) che avvengono in risposta alla frustrazione. Tra i vari scoppi di collera l’umore è cronicamente arrabbiato. Questo tipo di diagnosi è riservata a bambini e preadolescenti di età compresa tra i 7 e i 18 anni. I bambini con questo tipo di disturbo, se non curato, sono a rischio di sviluppare in età adulta un disturbo depressivo o d’ansia.

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DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE: L’umore depresso si presenta depressione sesto san giovanniquasi tutti i giorni e per la maggior parte del giorno. C’è una perdita di interesse per quasi tutte le attività, un calo di energia, alterazioni del sonno, sensi di colpa o di autosvalutazione, difficoltà nel pensare o nel prendere decisioni. Il funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree risulta compromesso. A volte può capitare che la tristezza venga negata in uno stadio iniziale ma la si può desumere dall’espressione del volto o dal comportamento. In alcune persone si nota un ritiro sociale o una mancanza di cure verso se stessi. Alcuni enfatizzano i sintomi fisici come il provare dei dolori o affaticamento invece di riferire sentimenti di tristezza. Possono presentarsi alterazioni psicomotorie intese come agitazione o come rallentamento (per esempio nell’ eloquio, nel pensiero, nella capacità di rispondere e nei movimenti del corpo rallentati). Possono esserci pensieri di morte.

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DISTURBO DEPRESSIVO PERSISTENTE (DISTIMIA): I sintomi sono quelli del disturbo depressivo maggiore (disturbi dell’alimentazione, del sonno, scarsa energia, bassa autostima, sentimenti di disperazione, scarsa concentrazione), quello che cambia e il tempo intercorso da quando hanno iniziato a presentarsi. Infatti in questo disturbo spesso le persone sostengono di essere sempre state così poiché i sintomi sono diventati parte integrante delle loro esperienze quotidiane e l’assenza di questi non dura per più di due mesi.

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DISTURBO DEPRESSIVO INDOTTO DA SOSTANZE / FARMACI: i sintomi di questo tipo di disturbo sono quelli di un disturbo depressivo maggiore (vedi sopra), la differenza sta nel fatto che si sono sviluppati durante o immediatamente dopo intossicazione o astinenza da qualche sostanza o dopo l’esposizione ad un farmaco. I sintomi persistono oltre la durata prevista degli effetti fisiologici.

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DISTURBO DEPRESSIVO DOVUTO AD ALTRA CONDIZIONE MEDICA: L’umore depresso persistente e la diminuzione d’interesse per tutte o quasi tutte le attività ha una relazione causale con un’altra condizione medica.

TRATTAMENTI E ORIENTAMENTI NEI DISTURBI DEPRESSIVI

depressione sesto san giovanniVediamo come viene spiegata la depressione dai principali orientamenti teorici.

Secondo le teorie psicodinamiche nei disturbi depressivi diventa centrale il concetto di rabbia e aggressività che viene rivolta dentro di sé provocando sentimenti di autosvalutazione. Freud sosteneva che i pazienti depressi avevano un Super-Io severo in relazione al loro senso di colpa per aver mostrato aggressività verso le persone amate. Altri studiosi invece considerano la depressione come il risultato della tensione tra ideali e realtà; più precisamente postulano l’esistenza di tre aspirazioni narcisistiche:

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valere ed essere amato

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essere bravo ed amorevole

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essere forte e superiore

Su queste aspirazioni c’è un forte investimento emotivo e vengono considerati dei parametri di condotta ma l’incapacità di essere all’altezza di questi parametri produce un senso d’impotenza e quindi depressione.

Nei trattamenti psicoterapici ad orientamento psicodinamico si mira a portare sotto il controllo dell’Io i processi intrapsichici sottostanti alla depressione e quindi in questo modo le difficoltà potranno essere anticipate e gestite e i conflitti potranno essere affrontati e neutralizzati. Nelle terapie più brevi ci si focalizza sul ridurre il senso di colpa dovuto alle aspettative eccessive che si hanno nelle relazioni significative e nei modelli di perfezione relativi a se stessi.

La teoria cognitivo – comportamentale parte dal concetto che i pensieri, i comportamenti e le emozioni sono strettamente connessi tra di loro. Nella depressione la rappresentazione cognitiva e soggettiva della realtà ha degli schemi di base legati all’autostima e alle aspettative sul Sé che portano ad una visione del futuro, del mondo e di sé molto negativa; questi schemi cognitivi disfunzionali influenzano negativamente anche il comportamento e le emozioni ad essi connessi. Anche secondo queste teorie c’è una discrepanza tra il Sé ideale e la realtà del Sé attuale che porta a sentimenti di fallimento e quindi alla depressione.

La prassi terapeutica cognitiva – comportamentale aiuta la persona a prendere coscienza dei circoli viziosi e dell’attivazione di determinati schemi cognitivi che determinano il mantenimento del disturbo e l’aiutano a liberarsene in modo graduale attivando delle nuove risposte cognitive e comportamentali più funzionali alla risoluzioni di situazioni problematiche.

Nella maggior parte delle teorie biologiche la depressione è collegata ad alterazioni di alcuni neurotrasmettitori (sono sostanze chimiche che trasmettono le informazioni tra le cellule cerebrali) come la dopamina, la serotonina e la noradrenalina. Quando questi sistemi di trasmissione nervosa non funzionano più come dovrebbero si producono i sintomi che portano alla depressione. La terapia consiste nell’utilizzo di farmaci.

TRATTAMENTO CON LA PSICOTERAPIA IPNOTICA

Come mostrano molti studi l’ipnosi si è dimostrata utile per superare la depressione poiché consente di lavorare a livello inconscio sulle proprie emozioni, va ad abbassare le difese razionali che di solito vengono attivate in fase di colloquio e che non facilitano il miglioramento. Nella cura di questo disturbo tramite psicoterapia ipnotica McBrien ha ideato un protocollo che si articola in diverse fasi:

FASE 1

Si inizia con l’induzione ipnotica per produrre uno stato di rilassamento e di riduzione dello stress. In questa prima fase la persona inizia a vedere se stessa e il mondo da un’altra prospettiva inoltrandosi in modo graduale in un piacevole stato meditativo.

FASE 2

prevede l’uso di metafore per formulare suggestioni di cambiamento che portano la persona a vedersi in modo più positivo e quindi a iniziare il processo di ristrutturazione che porterà ad avere pensieri, emozioni e comportamenti più funzionali.

FASE 3

viene rafforzata l’autostima della persona per renderla più sicura nell’affrontare il mondo; questo è quello che nell’ipnoterapia ericksoniana viene definito “Rinforzo dell’Io”.

FASE 4

si rafforzano i nuovi schemi di azione e di reazione alla depressione e i nuovi apprendimenti.

FASE 5

si porta la persona a ridurre i sintomi della depressione e a consolidare i suoi obiettivi.

Con l’ipnosi è possibile far emergere le risorse personali assopite o non sviluppate utili per fronteggiare gli eventi negativi o stressanti, possiamo aumentare il senso di realtà e ridimensionare i problemi, possiamo aumentare l’autostima, e possiamo far comprendere alle persone le abilità che hanno nella risoluzione dei problemi. Una cosa molto importante è che può essere usata come tecnica di rilassamento per aiutare la persona ad addormentarsi naturalmente qualora si siano sviluppati disturbi del sonno.

La depressione è un disturbo molto complesso e nelle forme più gravi è utile integrare una terapia farmacologica con la psicoterapia per cercare di ottenere i risultati ottimali nel trattamento. In uno studio di Van Praag del 1989 veniva evidenziato come la combinazione di antidepressivi e di psicoterapia aveva risultati significativamente migliori rispetto alla sola terapia farmacologica. Quest’ultima può essere utile per andare a trattare i sintomi vegetativi come per es. il rallentamento psicomotorio e la mancanza di energia ed interesse per le cose mentre con la psicoterapia si può andare a trattare la bassa autostima, i sentimenti di colpa, le problematiche interpersonali, il ritiro sociale e la mancanza di motivazione; la psicoterapia inoltre è utile per prevenire tutti quegli elementi stressanti che possono portare a ricadute.

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